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HR Digital Transformation

Smart working di successo

28 settembre 2017

Le nuove tecnologie hanno modificato il modo in cui noi comunichiamo, collaboriamo, lavoriamo all’interno delle nostre imprese. Non sempre però i modelli di organizzazione del lavoro sono stati ripensati coerentemente con queste nuove opportunità. A risposta di questo, oggi sta emergendo la tematica dello smartworking, che, in parole semplici, significa che un numero maggiore di imprese sta ridando maggiore discrezionalità alle persone in termini di scelte legate al dove lavorare, quali orari, con che strumenti, a fronte di una richiesta di maggiore responsabilizzazione sui risultati.

Fare smartworking significa lavorare contemporaneamente su diverse leve di riprogettazione dell’organizzazione del lavoro. La prima è senz’altro quella delle policy, in termini di orari e spazi di lavoro per liberare energie e liberare opportunità di produttività. Un’altra leva fondamentale per raggiungere lo smartworking è quella delle tecnologie abilitanti che bisogna valorizzare a pieno, come i social network, il cloud e il mobile. Terza leva fondamentale è quella degli spazi. L’ufficio non è più la fabbrica dove tutto il lavoro si deve fare in modo indifferenziato: è anche un momento importante di creatività, collaborazione, incontro. Deve essere quindi ripensato secondo logiche nuove a seconda delle diverse esigenze, di concentrarsi, di comunicare verso l’esterno, di avere momenti di socializzazione. Da ultimo ma non meno importante, per fare smartworking bisogna ripensare gli stili di leadership: la relazione tra manager e collaboratori deve essere orientata da nuovi principi. Cosa significa questo? Significa che bisogna creare un’identità allargata rispetto a quella che è l’appartenenza all’azienda e non piccoli gruppi con una miopia funzionale; bisogna riuscire a dare empowerment, orientare le persone sempre più al raggiungimento della performance.  Chiedere flessibilità al lavoratore ma al tempo stesso concederne capendo quelle che sono le caratteristiche di ogni individuo per valorizzarne al meglio i talenti. Un grade aiuto viene da una leva importante, la virtualità. Oggi abbiamo molti più canali per comunicare e collaborare: dobbiamo imparare a farne il giusto uso. Se riusciamo a lavorare su tutte queste leve, riusciamo a progettare un nuovo modo di lavorare più intelligente che crea un gioco a somma positiva perché dà grandi benefici all’azienda che guadagna in produttività e diminuisce i costi, dà grandi benefici alle persone che ottengono anche un miglior bilanciamento tra vita privata e lavorativa e anche la società nel suo insieme diventa più inclusiva.

Mariano Corso